Cybercriminali prendono di mira i nostri figli, gli sfruttano per fare ricatti

I criminali informatici hanno imparato a sfruttare nuovi canali per commettere le loro truffe. Ecco cosa stanno facendo.

La sicurezza informatica non deve essere sottovalutata. Al giorno d’oggi, la tecnologia ha compiuto passi da gigante. Sono possibili cose che, in passato, non erano neanche lontanamente immaginabili. Questo ha modificato l’intera società, sia nel bene che nel male. Alcuni malintenzionati, infatti, hanno deciso di sfruttare il web per mettere in piedi truffe e ricatti.

Cybercriminali prendono di mira i nostri figl
I criminali informatici possono attaccare bambini e adolescenti – living.it

È difficile difendersi e, spesso, le misure adottate non bastano per garantire la tutale dei singoli individui e delle aziende. Di recente, è accaduto qualcosa che ha fatto molto discutere. Tali episodi sono stati denunciati da una società appartenente a Google. I dati emersi sono piuttosto allarmanti.

I criminali informatici hanno un nuovo obiettivo: la denuncia dell’azienda di Google

I criminali informatici sfruttano, in modo negativo, le potenzialità della rete per mette in atto azioni illegali. L’obiettivo principale è quasi sempre quello di estorcere del denaro. Non lasciano niente al caso, ma si servono di piano organizzati nei minimi dettagli. Bloccarli è difficile, soprattutto quando le prime vittime sono i bambini e gli adolescenti.

Una società di Google chiamata Mandiant ha messo in evidenza questo problema. Purtroppo, i vertici hanno riferito di aver notato qualcosa di davvero grave. I malintenzionati, grazie alle abilità informatiche in loro possesso, riescono a ottenere un accesso alla sim dei figli dei dirigenti dell’azienda. I bambini sono i soggetti più vulnerabili perché, solitamente, non hanno conoscenze ferrate in ambito di sicurezza.

I criminali informatici hanno un nuovo obiettivo
I cybercriminali hanno messo a punto una nuova strategia – living.it

Una volta ottenuto il controllo delle chiamate e dei messaggi, iniziano a raccogliere informazioni personali dei genitori. È a questo punto che scatta il ricatto. I criminali minacciano le vittime di diffondere questi dati in mancanza della somma di denaro richiesta. Anche le stesse aziende sono a rischio perché, in base ai risultati ottenuti, è possibile cercare di forzare l’accesso ai suoi dispositivi informatici.

Charles Carmakal, nei panni di CTO di Mandiant, è apparso piuttosto preoccupato: “Non si tratta più di ‘devo proteggere i miei clienti’, ma di ‘come posso proteggere la mia famiglia e le famiglie dei miei dipendenti. È un cambiamento piuttosto spaventoso“. Anche se è difficile da mettere in pratica, bisognerebbe sempre rivolgersi alle forze dell’ordine. È l’unico modo per contrastare questo fenomeno. Cedere ai ricatti, invece, può causare solo un aggravamento della situazione.

Un’altra soluzione potrebbe essere quella di prevenire eventi simili. Per esempio, fare attenzione a come i bambini e gli adolescenti utilizzano la tecnologia può essere di aiuto. I loro dispositivi dovrebbero essere protetti proprio come quelli degli adulti.

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